CCL corneal cross-linking

Cos’è il  “Cross Linking”?

Si tratta di un trattamento innovativo sviluppato in Germania nel 1998 che ha rivoluzionato la cura e la prognosi del cheratocono. Il trattamento permette infatti di arrestare in modo efficacie la progressione del cheratocono. L’azione combinata di un medicamento e la successiva irradiazione della cornea permette la creazione di legami incrociati (Cross Linking) tra le molecole di collagene (che sono la componente base del tessuto corneale) aumentando la rigidità della cornea e arrestandone di conseguenza la progressiva deformazione. Questo trattamento è particolarmente indicato nelle forme evolutive iniziali del cheratocono.

Come si svolge il trattamento?

Il Cross Linking (CCL) viene eseguito ambulatoriamente. Il trattamento classico avviene di 2 fasi: Nella prima fase, dopo istillazione di un collirio anestetico, si istilla una soluzione di Riboflavina (Vitamina B2) che viene somministrata come collirio ad intervalli regolari, per circa 30 minuti. Successivamente viene verificata l’impregnazione della cornea e viene misurato il suo spessore. Nella seconda fase la cornea del paziente viene sottoposta all’irradiazione mediante raggi ultravioletti. Una volta terminato il trattamento, viene posizionata una lente a contatto che verrà rimossa dopo 2-3 giorni.

Il trattamento è indolore. Tuttavia durante le successive 48 ore il paziente avverte generalmente una sensazione di corpo estraneo, un arrossamento dell’occhio e una lacrimazione.

Il risultato del trattamento si raggiunge dopo circa sei mesi.  In circa il 40% dei pazienti, oltre alla stabilizzazione, si ottiene anche un miglioramento della deformazione cornale e della vista. Per contro nel 7% dei casi, malgrado il trattamento, il cheratocono continua a progredire.

Il trattamento di Cross Linking è controindicato negli stadi di cheratocono molto avanzati quando la parte centrale della cornea risulta troppo sottile o se presenta della opacità. Il trattamento è anche controindicato nei pazienti che hanno presentato in passato una cheratite erpetica. Se il trattamento viene eseguito correttamente e con la giusta indicazione, le complicazioni sono rare e riguardano principalmente il rischio d’infezione corneale durante i primi giorni dopo l’intervento. Questa complicazione può essere evitata con l’uso di un collirio antibiotico e con l’osservanza delle normali regole d’ igiene locale.

I risultati del trattamento di Cross Linking sono migliori se effettuato precocemente. È quindi importante una diagnosi precoce del cheratocono che può essere fatta solo con l’ausilio di sofisticati apparecchi di topografia corneale da parte del medico oculista. Tanto più giovane è il paziente, tanto più velocemente il cheratocono tende a progredire. Pertanto nei soggetti con meno di 20 anni di età, il trattamento andrebbe effettuato senza indugio.

Cos’è il cheratocono?

Il cheratocono è un difetto congenito della cornea che si manifesta generalmente tra i 20 e i 35 anni con un progressivo incurvamento ed assottigliamento della cornea che nel tempo assume una forma conica. Questa deformazione determina un astigmatismo irregolare e una miopia progressiva  che, con l’evoluzione della malattia,  provoca un peggioramento della vista.

Il cheratocono è generalmente bilaterale con un occhio peggiore dell’altro. I primi sintomi possono essere il cambio frequente della correzione degli occhiali o la visione di aloni intorno alle luci, in particolare con una sbavatura verso il basso.

Il difetto visivo viene generalmente corretto inizialmente con occhiali o lenti a contatto.

Negli stadi più avanzati si possono creare delle opacità centrali e la deformazione della cornea può essere tale da non poter essere più corretta in modo adeguato neanche con lenti a contatto.

In questi casi si è a volte costretti a ricorrere ad un intervento chirurgico per ristabilire la forma della cornea e la sua trasparenza: o tramite l’impianto di un anello rigido nella cornea oppure tramite un trapianto di cornea. Il trattamento di “Cross Linking”, se effettuato precocemente, permette nella maggior parte dei casi, di evitare la progressione del cheratocono  in questi stadi avanzati, preservando la vista ed evitando di dover ricorrere ad interventi chirurgici invasivi, come il trapianto di cornea.