Uveiti

Il termine uveite indica un’infiammazione che si manifesta all’interno dell’occhio.

A seconda della localizzazione dell’infiammazione si distinguono in: uveite anteriore, posteriore, intermedia o panuveite.

La maggior parte dei pazienti affetti da uveite ha un’età compresa tra i 20 e i 50 anni.

Diverse malattie sistemiche di origine auto-immune o infettiva possono essere responsabili di un’infiammazione intraoculare. La prognosi dell’uveite dipende innanzitutto dal tipo di uveite. Le uveiti che si riscontrano più frequentemente (più del 50%) sono uveiti localizzate nella parte anteriore dell’occhio. Una buona parte di queste uveiti anteriori è caratterizzata dalla presenza di un antigene HLA-B27, che è un marcatore genetico presente sulle cellule infiammatorie. In alcuni pazienti, la presenza dell’ antigene HLA –B27 è correlata a dei dolori lombari (spondiloartrite anchilosante).

Nei casi di uveite posteriore le diagnosi più frequenti sono la toxoplasmosi oculare e la sarcoidosi; tra le cause meno frequenti vi sono anche delle malattie sistemiche come la tubercolosi, la malattia di Vogt-Koyanagi-Harada o la malattia di Behçet (lista non esaustiva).

La diagnosi è posta in funzione di determinati segni clinici che possono formare una sindrome.

A volte l’infiammazione oculare può essere la prima manifestazione di una malattia sistemica non ancora diagnosticata.

La diagnosi e il trattamento precoce dell’uveite permettono di anticipare la comparsa di complicazioni come l’edema maculare cistoide, il glaucoma uveitico, la cataratta secondaria, le opacità vitreali, le cicatrici retiniche e le occlusioni vascolari retiniche.

L’edema maculare cistoide è una complicazione piuttosto frequente che risulta nell’accumulazione di liquido all’interno della macula (parte centrale della retina). L’edema può essere associato ad un’infiammazione più o meno importante dei vasi retinici (vasculite). L’angiografia retinica (alla fluoresceina e all’ICG) permette di visualizzare e quantificare l’infiammazione all’interno della retina e nei tessuti più profondi (coroide). L’OCT (Optical Coherence Tomography) permette, tramite una scansione laser, di misurare l’edema maculare per poterne valutare l’evoluzione.

Il glaucoma uveitico consiste in un aumento della pressione intraoculare, secondario all’infiammazione (uveite). La pressione intraoculare elevata può danneggiare il nervo ottico e provocare un progressivo restringimento del campo visivo. Il glaucoma viene trattato nella maggior parte dei casi con dei colliri. A volte può essere necessario effettuare dei trattamenti mediante laser o un intervento chirurgico per abbassare la pressione intraoculare.

La cataratta secondaria consiste in un’opacizzazione del cristallino naturale. Essa viene trattata con un intervento chirurgico di facoemulsificazione e con l’introduzione di una lente intraoculare artificiale. In caso di uveite l’intervento necessita abitualmente un trattamento anti-infiammatorio per via generale per evitare l’aumento dell’infiammazione.

Le opacità vitreali possono essere la causa di una diminuzione dell’acuità visiva e in rari casi possono necessitare di un intervento chirurgico (vitrectomia) per essere rimosse.

Le cicatrici retiniche corrispondono a delle zone di distruzione del tessuto retinico che viene rimpiazzato con del tessuto cicatriziale. Queste zone sono responsabili di scotomi (“vuoti” del campo visivo, cioè delle zone di parziale o completa cecità).

Il trattamento delle uveiti dipende innanzitutto dalla diagnosi di base. Il trattamento può essere unicamente topico (tramite applicazione di colliri) o anche sistemico.

Esso può comprendere sia medicamenti anti-infiammatori che medicamenti anti-virali o antibiotici a seconda della diagnosi.

Nella maggior parte delle uveiti è necessario somministrare del cortisone. La somministrazione può essere sia per via locale (topica con colliri, iniezioni sotto-tenoniane o, più raramente, intraoculare), che per via generale (orale o intravenosa).

L’utilizzo del cortisone necessita di esami clinici di controllo da parte del medico oculista in modo da valutare l’evoluzione dell’infiammazione e di adattare la posologia del trattamento.

In alcune uveiti particolarmente gravi può essere necessario somministrare anche dei medicamenti immunosoppressivi (ciclosporina A, Azathioprina o anti-TNF).

koeppe

Noduli di Koeppe su bordo pupillare in paziente con uveite granulomatosa

Sarcoidosi

multipli noduli all’angiografia ICG in paziente affetta da sarcoidosi